…Che tradotto letteralmente vuol dire Sono Incacchiata Come Una Biscia. Sfrutto il tema della puntata di oggi di “Chiamate Roma Triuno Triuno”, dove si parlava di abbreviazioni ed acronimi, per scherzarci sopra, ma posso garantire che da ieri ho un giramento di scatole che nemmeno le pale eoliche durante la bora a Trieste mi battono. E quale può essere la fonte della mia rabbia, se non il lavoro? Fondamentalmente la mia vita sarebbe quasi una pacchia se non ci fossero loro a crearmi un problema dopo l’altro. Ieri pomeriggio hanno finalmente esposto il calendario ferie. Io ero piuttosto tranquilla: le settimane che avevo chiesto le avevo domandate soltanto io, nessuno era venuto a dirmi che ci potevano essere dei problemi, insomma ero quasi sicura di aver ottenuto i sette giorni chiesti a marzo, che sapevo già perfettamente come impiegare. Invece, finito il turno, vado a controllare. E non ne hanno azzeccata una. La mia settimana di marzo è stata data ad un’altro collega (ovviamente incolpevole), perché a quanto pare per legge tutti devono avere almeno due settimane consecutive nel corso di un anno, quindi io in teoria devo aspettare fino a maggio per avere le due settimane che mi sono state date (e ci mancava solo che non me le dessero, dato che ho matrimoni e via dicendo in quel periodo). Non solo: hanno anche sbagliato la settimana di settembre, io ne avevo chiesta una precisa perché l’aveva presa pure la mia amica Milena, affinché potessimo scendere insieme a Roma, ed invece mi hanno assegnato quella dopo. Insomma, un disastro. Quando ho letto il casino che avevano fatto non ci potevo credere. Ed ovviamente sono subito andata a parlare con la mia vicedirettrice, perlomeno per ciò che riguarda la settimana di marzo. Ho chiesto di poter avere almeno tre giorni, se me li concederanno potrò comunque fare ben poco rispetto a quanto avevo calcolato (portare in giro curriculum, magari fare anche dei colloqui, ed ovviamente svagarmi e riposarmi un po’), ma sarà sempre meglio di niente. E’ da ieri che mi scervello nel tentativo di trovare una soluzione, di riuscire a conciliare tutti i miei impegni e salvare capra e cavoli come ho fatto finora. Ma più ci penso e meno cose mi vengono in mente, ed io di conseguenza mi altero sempre di più. L’unica cosa che posso fare è tentare di accelerare i tempi per un ipotetico trasferimento nella capitale, dato che ho deciso che questo DEVE obbligatoriamente essere l’anno della svolta per la sottoscritta. Certo, molto più facile a dirsi che a farsi, ma cerco di non perdere il mio proverbiale ottimismo. Anche se mantenerlo in certe circostanze sta diventando sempre più difficile.
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